Turismo in Calabria

Si tratta di un piccolo borgo molto particolare, fu abbandonato intorno agli anni '60, e per molti anni è rimasto spoglio di qualsiasi segno di vita se non fosse per qualche anziano nostalgico che tornava a dare un’occhiata, un modo per rivivere i ricordi di una vita vissuta nella comunità che ormai si è spostata più a valle per il pericolo che le case venissero distrutte con tutti i loro abitanti, date la particolare posizione che occupa il vecchio borgo. Le case sembrano adagiate sul palmo di una gigantesca mano di pietra che leva le sua dita al cielo, e da qui prende il nome il borgo, dalla lingua grecanica, penta-cinque e dattilo-dita.

Oggi la mano ciclopica risulta incompleta, dato che il terremoto del 1783 portò al distaccamento di parte della roccia che si innalzava alle spalle del borgo, dalle conseguenze del terremoto devastante la gente cominciò ad abbandonare il borgo e iniziò a spostarsi verso Melito Porto Salvo. Il pericolo di altre frane ha portato gli abitanti a trovare rifugio più a valle, in una zona da cui si può ammirare il vecchio centro ormai disabitato. Il borgo che era un comune autonomo fino al 1811, fu in quell’anno annesso al Comune di Melito Porto Salvo.

Far visita al vecchio borgo è un’esperienza fuori dal comune, prima di tutto si approfitta del tragitto a piedi per fare una bella passeggiata tra i profumi della natura, poi si gira spensierati tra i vicoli che solo negli ultimi tempi sono stati in alcuni punti rimessi a posto dato alcuni artigiani locali hanno deciso di far rivivere il borgo, e hanno aperto le botteghe degli artigiani che espongono i loro prodotti, oppure si organizzano eventi religiosi o altre manifestazioni culturali come il festival del cinema di Pentedattilo.

I turisti che giungono fin qui trovano nel paese fantasma un’atmosfera di pace e serenità, ma non è stato sempre così, fatti sanguinari hanno interessato la vita del borgo, che vanno ad alimentare le leggende. Si narra che in particolari giornate si odono tra i vicoli dei lamenti, magari è solo il vento che si insinua nella parete rocciosa e arriva alle case, ma secondo i racconti degli anziani del luogo, sono le voci, i lamenti che riecheggiano nella valle in seguito ad un triste avvenimento che avvenne qui nel 1686, un fatto cruento e sanguinario che ha per protagonista un giovane barone che adirato per il rifiuto di una donna di nobile famiglia, uccise tutta la famiglia degli Alberti e rapì la giovane per costringerla a sposarlo.

Oggi Pentidattilo conserva solo il ricordo di avvenimenti così cruenti, e l’aria che si respira passeggiando, soprattutto quando si è soli tra i vicoli, è di pace e spensieratezza, si può sentire pienamente l’aria misteriosa di un borgo fantasma, abbandonato, e quasi surreale a confronto con le città frenetiche che anche se piccole hanno il loro movimento, il via vai delle macchine e delle persone, qui sembra che tutto si sia fermato nel tempo, in quegli anni dove non c’erano le automobili, ed era già tanto se c’era la luce in casa. Poi arrivati qui, dove aver girato tra i vicoli alla scoperta degli angoli più nascosti sarà piacevole fermarsi ad osservare il panorama che si apre sulla valle, ad arrivare al mare, e all'Etna, una vera meraviglia della natura.