C'è un luogo, lì sul mare, dove la roccia ricoperta di un manto verde è abbracciata dal blu del mare, e una piccola torre, la Torre Crawford si erge solitaria, memore di vicende storiche e letterarie.
C'è un luogo, lì sul mare, un angolo di terra di una primitiva e selvaggia bellezza, lì dove la roccia, tutta agghindata di un bel velluto verde, sembra volersi tuffare in acqua, in quel setoso mare azzurro che desideroso di penetrare in ogni anfratto, rende la baia di San Nicola Arcella un'oasi di rara bellezza, dove solo il canto del mare rompe il silenzio di una natura incontaminata. Qui in questo luogo solitario, di pace e tranquillità, dove lo sguardo si perde sul mare, su un contrafforte che protegge la baia si trova una torre, una delle numerose torri di vedetta costruite sul territorio calabrese durante la dominazione Spagnola intorno al '500 per difendere le coste dai continui attacchi di pirati e corsari. La Torre è meglio conosciuta come Torre Crawford, con nome di uno scrittore statunitense, che passando da qui in vacanza con la sua barca a vela, innamoratosi del luogo, decise di rimanervi per qualche tempo, per trovare ispirazione per i suoi scritti, ma soprattutto per poter continuare a godere della rara bellezza che quest'angolo di terra aveva da offrire, così oggi come ieri grazie al fatto che rimane un luogo solitario, seppur frequentato in estate da piccole imbarcazioni, risulta per fortuna difficile da stravolgere, e le abitazioni si tengono a distanza.
Qui lo scrittore sbarcò intorno ai primi anni del '900, e trovò ispirazione per diversi lavori, romanzi storici, ma anche romanzi del terrore, infatti scrisse un romanzo, in cui parlava di un vampiro che pare fosse la signora alla quale pagava l'affitto per abitare la torre, perché lo scrittore venuto da lontano aveva trovato nella torre, la sua dimora felice, sul mare, per vivere qualche anno in contemplazione e meditazione, dedicandosi solo alla scrittura.
Francis Marion Crawford nato nel 1854 a Bagni di Lucca da genitori americani e vissuto vicino Sorrento dal 1885 al 1909, tornò più volte a San Nicola Arcella, per completare uno dei suoi ultimi lavori, “The diva’s ruby”(1907).
La Torre rimane oggi, in questo scenario suggestivo, parte del patrimonio architettonico, culturale, in grado di racchiudere importanti vicende storiche e letterarie.
Elementi molto particolari della costruzione sono le scalinate che portano al primo e al secondo piano della torre. I blocchi di pietra lunghi circa 50 cm e larghi 20 cm, sono sorretti da due grandi archi sovrapposti. Il primo arco immette nel primo piano, il secondo arco immette nel secondo piano. In cima alla torre un ampio terrazzo veniva usato per comunicare e avvertire le altre torri di vedetta su eventuali incursione e ciò avveniva tramite grandi falò, con segnali di fumo durante il giorno, o con segnali luminosi durante la notte, un sistema un po' rudimentale ma molto efficace, a quei tempi non c'erano molte altre possibilità per poter comunicare.
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