Quando il tempo tende al bello è piacevole trascorrere qualche ora all'aperto, ed in questa prospettiva una mattina di primavera decisi di andare un po' a zonzo, alla scoperta di qualche meraviglia in Calabria. Dopo una breve passeggiata al mare, a Lamezia Terme, passati dalla strada che passa davanti al Bastione dei Cavaliere di Malta, a Santa Eufemia, mi inoltrai in una stradina che indicava l'Abbazia Benedettina, in località Santa Eufemia Vetere.
Non è stato difficile arrivarci, ma l'auto bisogna per forza lasciarla sulla strada asfaltata, una sbarra impedisce l'ingresso in auto lungo il viale sterrato che conduce all'abbazia.
A piedi arrivo sul posto, un ampio spazio agricolo, che vede la coltivazione dell'ulivo e dell'arancio, l'area è tutta recintata, non si può entrare, ma si può fare una passeggiata comunque piacevole lungo il perimetro dell'area, peccato però non poter vedere più da vicino alcuni dettagli molto interessanti, ma sono ugualmente felice di essere finalmente davanti ad un importante pezzo di storia di Lamezia Terme. Sono arrivata all'Abbazia Benedettina di S. Maria edificata nel 1062 d Roberto D'Altavilla detto il Guiscardo.
Ma la cosa ancora più interessante dal punto di vista storico è che secondo alcuni storici, l'abbazia sorga sui resti di una civiltà ancora più remota nel tempo, la città greca di Terina, fondata dai Crotoniesi nel VI sec. A.C. per espandere i loro domini sul Mar Tirreno, avendo già il controllo sul Mar Ionio con la fondazione di Skylletion, tesi avvalorata dal ritrovamento in luogo una parte di impianto urbano, con due strade e le fondamenta di alcuni edifici.
Del complesso benedettino rimangono i ruderi che permettono una lettura di massima della sua articolazione interna, caratterizzata dai resti della chiesa e dell’area del chiostro.
Della chiesa sono visibili il prospetto principale con i resti delle due torri campanarie.
La divisione interna è a tre navate, cosa che non si può vedere dall'esterno, e sono illuminate da una serie di finestre ad arco, archi che si possono osservare in tutta la passeggiata osservando le mura ancora in piedi.
La tecnica costruttiva è quella normanna, già presente in altre costruzioni sul territorio lametino, primo fra tutti il Castello a Nicastro in cima al quartiere Santo Teodoro. I tradizionali metodi architettonici normanni fanno un forte richiamo agli elementi di età romana per sottolineare la grandezza della monarchia, elementi ben presenti anche qui.
Per fortuna l'abbazia non rimane sempre chiusa, consente delle visite guidate, e ospita importanti eventi culturali, con artisti di fama nazionale e mondiale. |